
Pasqua sta arrivando, manca quasi una settimana, e quello che sta succedendo in questo momento particolare legato all’emergenza del Coronavirus, sta mettendo in difficoltà tutto il mondo delle pasticcerie artigianali.
Noi pasticceri ci riteniamo molto fortunati perché siamo riusciti a realizzare il nostro sogno: fare il lavoro che amiamo. Sentire il profumo delle farine, prendersi cura del lievito madre, scegliere le materie prime migliori per creare prodotti sempre più buoni e di altissima qualità, e fare per mestiere quello che faresti per passione è una grande fortuna.
La Pasqua è uno dei momenti più emozionanti dell’anno. Già da gennaio partiamo con i primi test per valutare i gusti delle nostre colombe, iniziamo a dare forza al nostro lievito, iniziamo la selezione di tutti gli ingredienti che andranno ad impreziosire le colombe che porteremo sulle vostre tavole. Poi ti crolla il mondo addosso. Un virus, un microorganismo invisibile ha buttato giù i nostri animi ma non tanto per il rischio di una ricaduta negativa sul fatturato quanto per i rapporti umani che sono venuti a mancare, improvvisamente. Non vedere gli sguardi felici dei nostri clienti, ricevere i complimenti che ci danno la forza di andare avanti ogni giorno, è il prezzo più caro che realmente stiamo pagando.
Detto ciò, leggendo sui giornali, ieri sono venuto a conoscenza della campagna lanciata dalla Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, #iononrinuncioalletradizioni, a sostegno della tradizione:
“Se tradizionalmente uova e colombe venivano acquistate come dono da portare ad amici e parenti – spiega Mario Piccialuti, Direttore Generale di Unione Italiana Food – nei giorni dei pranzi e degli inviti di Pasqua, quest’anno il nostro auspicio è che le persone li acquistino per sé e per il proprio nucleo familiare. Tutti abbiamo bisogno di una coccola, di un momento dolce e spensierato. Soprattutto in questa inedita Pasqua da passare tra le quattro mura domestiche.”
Un messaggio che mi riempie di positività, come credo a tutti i miei colleghi. Non rinunciamo alle tradizioni perché riescono a farci sentire vicini in questo momento in cui siamo lontani e soli. Sarà una Pasqua diversa dal solito ma l’unica cosa che potremo condividere è una buona colomba artigianale. Una qualsiasi, a prescindere dal gusto o dall’artigiano che l’ha impastata, ma una colomba che rappresenti oggi più che mai un simbolo di speranza, rinnovamento e soprattutto salvezza e che ci faccia diventare un ricordo questo brutto periodo che stiamo attraversando.
Per questo motivo in questi giorni i pasticceri si sono trasformati in valorosi custodi della tradizione e ho chiesto uno sforzo ai miei ragazzi per non farvi mancare un dolce momento nel pranzo pasquale.
Un abbraccio virtuale a tutti,